Posizionarsi è probabilmente il concetto principe
della comunicazione strategica
Riducendo ai minimi termini, il posizionamento è dato da due variabili: il target (a chi mi rivolgo) e la caratteristica del prodotto (o servizio) rilevante per il mio mercato di riferimento. Non tutte le qualità, ma solo quelle che impattano i miei possibili clienti.
Concentratevi su queste due marche di automobili, Volvo e Mercedes (target simili), fatto? Bene, quali aggettivi vi vengono in mente? Se per la prima avete pensato “sicurezza” avete individuato il positioning del brand svedese. Usereste lo stesso aggettivo per la casa automobilistica tedesca? Non credo. Eppure la Mercedes è un’auto sicura (sono anche gli inventori dell’airbag). Ma, in prima istanza, non lo comunica. Non lo dice. O, meglio, ha scelto di non dirlo.
Il posizionamento è una scelta e scegliere vuol dire escludere.
Per questo il segreto è concentrarsi su cosa non dire, operazione più complicata rispetto al cosa dire. Comunicare tutto (credo valga anche nella vita) è come non comunicare nulla. Semplicemente dobbiamo essere il meglio di ciò che possiamo essere.
Se non puoi essere un pino in cima alla collina,
sii una macchia nella valle, ma sii
la migliore, piccola macchia accanto al ruscello;
sii un cespuglio, se non puoi essere un albero.
Se non puoi essere un cespuglio, sii un filo d’erba,
e rendi più lieta la strada;
se non puoi essere un luccio, allora sii solo un pesce persico
ma il persico più vivace del lago!
Non possiamo essere tutti capitani, dobbiamo essere anche un equipaggio,
c’è qualcosa per tutti noi qui,
ci sono grandi compiti da svolgere e ce ne sono anche di più piccoli,
e quello che devi svolgere tu è lì, vicino a te.
Se non puoi essere un’autostrada, sii solo un sentiero,
se non puoi essere il sole, sii una stella;
non è grazie alle dimensioni che vincerai o perderai:
sii il meglio di qualunque cosa tu possa essere.
Douglas Malloch