Così dice una delle «Strategie Oblique» di Brian Eno.
Bigino sulle «Strategie Oblique»
Si tratta di un mazzo di carte creato originariamente nel 1975 da Brian Eno e dall'artista grafico Peter Schmidt. Ogni carta contiene un consiglio, una domanda, una massima o una singola parola: il loro scopo è alimentare la creatività di chi le usa.
Bigino su Brian Eno
Ha sostanzialmente scritto la musica dei tre album berlinesi di David Bowie, ha inventato l'ambient music, ha cresciuto i Talking Heads, ha trasformato quattro ragazzotti irlandesi negli U2, ha composto il suono d'avvio di Windows 95 - etc.
Onora il tuo orrore come se fosse un’intenzione nascosta, dunque. Non si tratta solo di rispettare i propri lapsus – errori nei quali, come suggeriva anche Sigmund Freud, si nasconde una verità –; si tratta di avere un’idea dell’immaginazione come processo lento, che talvolta ha bisogno – sottolineo: ha bisogno – di passare attraverso deviazioni, stalli, mancanze, vuoti, errori veri e propri. Interessante applicarlo all’advertising e, in generale, alla comunicazione promozionale.
«Se senti che qualcosa non va nella tua creatività, prova a pensare appoggiandoti proprio su ciò che non va». Ad esempio: se hai l’impressione di un’idea venuta male, prova a renderla peggiore deliberatamente; se non riesci a incastrare tutti i pezzi nel tuo storytelling, prova a scegliere come elemento della tua storia proprio il disordine; se ti sembra di essere troppo prolisso, sii più prolisso; se ti vien da pensare che nessuno potrebbe interessarsi abbastanza alla tua idea, prova a renderla ancora meno interessante; e così via. Sbaglia di più, prova a immergerti nel tuo errore, a esplorarlo, a scovare che cosa c’è sotto.
Come diceva Ber told Brecht:
«Tenta sempre. Fallisci.
Prova ancora. Fallisci ancora.
Fallisci meglio.»
n.b. nel testo è presente un refuso che abbiamo
volutamente lasciato. Suonava troppo bene.
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